Articolo di Edoardo Boncinelli, pubblicato il 17 marzo 2021
Occorre far presto. Se non togliamo questo virus dalla circolazione, ci potremmo trovare davanti a un nemico sempre più multiforme e agguerrito. E bisogna prepararsi al ripresentarsi di altre pandemie nei prossimi anni
Siamo tutti preoccupati. Come individui e come società. E a ragione. Quello che ci capita è ben fuori dell’ordinario, ma non fuori dal concepibile né dal comprensibile. Abbiamo tutte le ragioni di preoccuparci, ma preoccuparsi e basta non serve a niente. Occorre informarsi, vagliare le informazioni ricevute anche in base alle fonti delle stesse, senza inutili allarmismi e con il minor livello possibile di rassegnazione e di fatalismo. Le malattie esistono e occorre guardarle in faccia. Tanto oggi che domani. In fondo, questa volta il vaccino è stato approntato in tempi record. Non ce lo dimentichiamo: la medicina va avanti anche senza tanto clamore.
Moltissime persone sono state già vaccinate, un po’ dappertutto, altre sono in attesa. Dovendo ricorrere a mezzi estremi per affrontare mali estremi, non ci dobbiamo meravigliare se si presenta anche qualche contrattempo. Fa parte del gioco. Quello che non deve accadere è che i contrattempi diano luogo a forme di isterismo che ci impediscano di ragionare e si finisca per buttare il bambino insieme all’acqua del bagnetto. Ci vorrà tempo ma ce la faremo. E poi?
È sempre assai difficile parlare del futuro, ma qualcosa si può e si deve dire e si deve dire. Due cose essenzialmente: occorre far presto e bisogna prepararsi al ripresentarsi di altre pandemie nei prossimi anni. Far presto perché? La natura non brucia le tappe ma fa tesoro del tempo che passa. Altrimenti anche noi non ci saremmo, perché per arrivare a noi c’è voluto tanto tempo. Con il tempo le varianti del virus si possono moltiplicare e diffondere. Anzi lo faranno sicuramente. Se non togliamo quanto prima questo virus dalla circolazione, ci potremmo trovare davanti a un nemico sempre più multiforme e agguerrito. Occorre, in secondo luogo, abituarsi all’idea che infezioni pandemiche come questa possano ripresentarsi anche molto presto. Cerchiamo di assuefarci a questa idea fintanto che siamo ancora lucidi. Niente è gratis. Tutto va conquistato. Con razionalità e laboriosità e magari creatività. Provvedere senza preoccuparsi, se possibile.
In fondo, non tutto va per il peggio In fondo, non tutto va per il peggio. Tutte le riunioni informatiche a distanza cui stiamo tutti partecipando potrebbero anche essere l’inizio di un uso più diffuso e partecipato delle diverse teste, verso la prospettiva di una sorta di «mente collettiva». The more, the merrier mi disse una volta un collega scozzese; più siamo più ci divertiamo. Senza paura: sempre irriducibili individui resteremo.
Articolo pubblicato su corriere.it