A sette anni esatti dall’atterraggio del lander Philae sulla sua superficie, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko viene a farci visita: il momento di massimo avvicinamento alla Terra sarà nella notte fra l’11 e il 12 novembre, ma già in queste sere è possibile scorgerla. Serve però un binocolo potente o un telescopio. Ne parliamo con Albino Carbognani, astronomo all’Inaf di Bologna
05/11/2021
Ricordate la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, quella visitata da Rosetta e Philae? Per raggiungerla, la sonda dell’Esa aveva impiegato dieci anni, percorrendo ben 6,5 miliardi di km. E circa mezzo miliardo di km ci separava dalla cometa il 12 novembre del 2014, quando il piccolo lander Philae approdò sulla sua superficie. Venerdì prossimo, esattamente sette anni dopo quella storica discesa, la cometa ricambierà la visita venendoci a trovare – o quasi. Alle due meno dieci (00:50 Utc) la sua orbita toccherà infatti il punto di minima distanza dalla Terra: 61 milioni di km. Non pochi, certo, ma per riaverla così vicina a noi occorrerà attendere 193 anni (anche se già il 29 novembre 2034 tornerà a passare a meno di 70 milioni di km). Dunque vale certamente la pena, in queste notti d’inizio mese, tentare d’osservarla. Come? Lo chiediamo ad Albino Carbognani, astronomo dell’Istituto nazionale di astrofisica, autore di Ai confini della Via Lattea, collaboratore di Media Inaf e fra gli ospiti – lunedì 8 novembre, dalle 18:30 – dell’Aperitivo con la cometa organizzato da EduInaf, evento online al quale siete tutti invitati.
Albino, riusciremo a vederla a occhio nudo, la cometa di Rosetta?
«Purtroppo no, la cometa ha un perielio – la distanza minima dal Sole – che cade oltre l’orbita terrestre e la sua attività non è mai molto elevata, quindi resterà una cometa invisibile a occhio nudo: sarà circa 30 volte più debole della più debole stellina appena visibile ai nostri occhi e chi vorrà osservarla dovrà ricorrere a un ottimo binocolo o un buon telescopio».
Quali sono i giorni e l’orario migliore per provarci? E in che direzione guardare?
«Avendo il perielio alto, è una cometa osservabile per tutta la notte, non costringe a levatacce mattutine come avvenne nel luglio 2021 per la cometa Neowise (C/2020 F3). In questi giorni la 67P si proietta nella direzione della costellazione dei Gemelli: si trova a una distanza angolare di circa 3° (ossia 6 lune piene messe in fila) dalla brillante stella Polluce, che potrà essere usata come primo riferimento per cercare la cometa in cielo con binocoli e telescopi. La 67P sorge alle 21 ora locale, ma per vederla bella alta sull’orizzonte occorrerà aspettare almeno fino a mezzanotte, quando sarà osservabile a circa 40° di altezza in direzione est. Inutile dire che l’osservazione deve essere fatta da un luogo buio, dove l’inquinamento luminoso sia il più basso possibile».
A proposito di comete che riservano sorprese: 67P e la missione Rosetta hanno fatto breccia nel cuore degli appassionati al punto da celebrarla e ricordare la discesa di Philae – che pure fu un successo solo parziale – a sette anni di distanza. Come mai?
«La missione Rosetta ha scritto una pagina della storia dell’astronomia perché per la prima volta si è potuto studiare un nucleo cometario nella fase di avvicinamento al Sole, passaggio al perielio e allontanamento, senza contare la discesa sulla superficie e la strana forma del nucleo, dovuto alla fusione di due nuclei cometari distinti. La 67P è stata la cometa meglio studiata della storia non solo in loco, ma anche dagli osservatori a terra – sia astronomi, sia astrofili – che hanno continuato a seguirla durante i due anni dell’esplorazione ravvicinata. Peraltro la 67P è una cometa a breve periodo, ogni 6,5 anni compie un giro attorno al Sole e questo facilita l’affiatamento. Anche la cometa di Halley è molto famosa ed è stata il target della missione Giotto dell’Esa, che per la prima volta ha ripreso un nucleo cometario in attività, ma torna al perielio ogni 76 anni – ossia ogni 2 generazioni!»
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