L’Europa ha scelto: cinque nuovi astronauti, undici riserve e il primo parastronauta. Diciassette in tutto, otto le donne, selezionati fra oltre 22mila candidati. Fra le riserve ci sono due italiani – Andrea Patassa, 31enne di Spoleto, e Anthea Comellini, 30enne di Chiari – e la ricercatrice del Cnr Meganne Christian, che oltre alle nazionalità britannica, australiana e neozelandese ha anche quella italiana
Al termine della Conferenza ministeriale che si è tenuta a Parigi martedì e mercoledì scorsi, l’Agenzia spaziale europea ha annunciato i nomi dei 17 nuovi astronauti, selezionati tra oltre 22mila candidature provenienti da tutti i suoi stati membri, che andranno a formare la “classe 2022”. Di questi, cinque (due donne e tre uomini) sono gli astronauti di carriera che inizieranno subito l’addestramento in vista di future missioni spaziali, mentre undici sono le riserve, tra cui due italiani: la bresciana Anthea Comellini e lo spoletino Andrea Patassa. A completare la foto di gruppo anche il primo astronauta con disabilità.
I cinque astronauti di carriera sono Sophie Adenot (Francia), Pablo Álvarez Fernández (Spagna), l’astrofisica Rosemary Coogan (Gran Bretagna, attualmente ricercatrice postdoc al Cnes, dove si occupa di evoluzione galattica), Raphaël Liégeois (Belgio) e Marco Sieber (Svizzera). Il primo parastronauta è invece John McFall (Gran Bretagna). «Spero di poter essere di ispirazione per altri. Voglio dimostrare che la scienza e lo spazio sono per tutti», ha detto il 41enne McFall, al quale all’età di 19 anni è stata amputata la gamba destra a seguito di un incidente in moto. Da allora ha imparato di nuovo a correre, diventando un atleta professionista di atletica leggera nel 2005 e rappresentando la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord come velocista paralimpico.
I nuovi candidati astronauti prenderanno servizio presso lo European Astronaut Centre (Eac) di Colonia, in Germania, dove saranno addestrati secondo gli standard più elevati, come previsto dai partner della Stazione spaziale internazionale. Dopo il completamento dell’addestramento di base di 12 mesi, i nuovi astronauti saranno pronti per entrare nella successiva fase di addestramento della Stazione spaziale e, una volta assegnati a una missione, il loro addestramento sarà rimodulato su compiti specifici.
Per la prima volta l’Esa ha selezionato anche un pool di astronauti di riserva, formato da candidati che hanno superato l’intera selezione ma che non possono essere reclutati in questo momento. Le 11 riserve continueranno dunque a mantenere il loro impiego attuale, e riceveranno un contratto di consulenza e supporto di base. Inizieranno l’addestramento solo nel caso in cui si presenti un’opportunità di volo. Fra loro ci sono anche, appunto, Anthea Comellini e Andrea Patassa, che insieme ai veterani Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti portano a quota quattro gli astronauti italiani oggi nell’Esa.
«È certamente l’emozione più grande che ho provato nella mia vita», ha detto Patassa, nato a Spoleto 31 anni fa, laurea in Scienze aeronautiche all’Università Federico II di Napoli, capitano dell’Aeronautica militare ora in procinto di concludere il corso da pilota sperimentatore nella base di Edwards (Usa). Per lui lo spazio era finora un sogno nel cassetto, «irrealizzabile come diventare Spider-Man».
Nata a Chiari in provincia di Brescia 30 anni fa, Comellini lavora invece presso il dipartimento di ricerca e sviluppo della Thales Alenia Space, a Cannes. Si è laureata in ingegneria aerospaziale all’Università di Milano nel 2014 e ha continuato gli studi con un master al Politecnico di Milano, un altro all’Università di Paris-Saclay e un diploma nella Scuola di ingegneria di Tolosa. Dopo aver completato il dottorato, Comellini ha lavorato come ingegnere all’Esoc – lo European Space Operations Center dell’Esa a Darmstadt, in Germania – per la determinazione dell’orbita di missioni interplanetarie, seguendo operazioni di navigazione nello spazio profondo per missioni come BepiColombo, Gaia, Mars Express e il Trace Gas Orbiter di ExoMars. «Tutti i temi che sono adesso trattati dall’Esa sono importantissimi, come il monitoraggio e la mitigazione del cambiamento climatico: lo spazio può essere davvero un fattore fondamentale per aiutarci nel monitoraggio», ha detto all’Ansa. «Poi per quello che è il mio personale background, ho lavorato molto sui problemi relativi ai rifiuti spaziali, e quello è un argomento che sento molto vicino».
👩🚀Meganne Christian, @ennegma, ricercatrice dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi @ImmCNR di Bologna, è stata selezionata come riserva nella classe 2022 degli astronauti dell’@esa
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Fra le riserve c’è anche una ricercatrice britannica, Meganne Christian, che oltre alle nazionalità britannica, australiana e neozelandese ha anche quella italiana, e che attualmente lavora come ricercatrice sul grafene a Bologna, all’Istituto per la microelettronica e i microsistemi del Consiglio nazionale delle ricerche.
Guarda le presentazioni video (in inglese) sul canale YouTube dell’Esa:
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Articolo pubblicato su media.inaf.it, nelle sezioni News e Spazio.
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